I responsabili devono pagare. Lo chiedono tutti. Lo sperano soprattutto i tifosi partenopei, stanchi di sentirsi scippati dell'unico motivo d'orgoglio in una città altrimenti sempre più malinconica. Si è visto nei giorni dopo i disordini del 31 agosto, quelli della decisione di vietare tutte le trasferte dei supporters napoletani: non una voce si è alzata per osteggiare il provvedimento, accettato, anzi, quasi con sollievo.
Eppure questo non è bastato al giudice sportivo, che ha ritenuto giusto chiudere le curve del San Paolo per tutte le partite di campionato fino al 31 ottobre. Decisione quantomeno discutibile poichè fatta in nome di quella responsabilità oggettiva che mai è servita a combattere la piaga delle tifoserie impazzite. Perchè, per il modo in cui è strutturata, non può colpire le frange violente del tifo, quelle che meno di tutti sentiranno la mancanza del calcio giocato.
In Inghilterra, manco a dirlo, ci sono riusciti. Hanno sconfitto la proverbiale violenza degli hooligans con un lavoro capillare e determinato.
Non è ora di chiedersi perchè qui da noi non si è nemmeno dato segno di voler cominciare?
Navibar
martedì 9 settembre 2008
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