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domenica 17 febbraio 2008
Suvvia, non tutto è perduto
Il progetto che stiamo cercando di portare avanti rappresenta non solo una schiera di dannati costretti a sbattere in eterno le ginocchia per superare una condizione così ostile, sta a rappresentare un intero cerchio di uomini radicati all'interno della terra, a contatto con essa, volenterosi di migliorarla.
Mi piace immaginarmi quasi come un fiore: le mie radici i miei bracci, il mio stelo le mie gambe ed i miei forti polpacci come bocciolo... perché sì, dobbiamo ancora sbocciare, ma sono sicuro lo faremo 'alla grande'!
sabato 16 febbraio 2008
Canto XIX
O Simon mago, o miseri seguaci
che le cose di Dio, che di bontate
3 deon essere spose, e voi rapaci
per oro e per argento avolterate,
or convien che per voi suoni la tromba,
6 però che ne la terza bolgia state.
Già eravamo, a la seguente tomba,
montati de lo scoglio in quella parte
9 ch’a punto sovra mezzo ’l fosso piomba.
O somma sapïenza, quanta è l’arte
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo,
12 e quanto giusto tua virtù comparte!
Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di fóri,
15 d’un largo tutti e ciascun era tondo.
Non mi parean men ampi né maggiori
che que’ che son nel mio bel San Giovanni,
18 fatti per loco d’i battezzatori;
l’un de li quali, ancor non è molt’anni,
rupp’io per un che dentro v’annegava:
21 e questo sia suggel ch’ogn’omo sganni.
Fuor de la bocca a ciascun soperchiava
d’un peccator li piedi e de le gambe
24 infino al grosso, e l’altro dentro stava.
Le piante erano a tutti accese intrambe;
per che sì forte guizzavan le giunte,
27 che spezzate averien ritorte e strambe.
Qual suole il fiammeggiar de le cose unte
muoversi pur su per la strema buccia,
30 tal era lì dai calcagni a le punte.