sabato 7 giugno 2008

Esperimenti di voli pindarici, cap.1

2 commenti

C'era un pensiero che negli utlimi giorni continuava a frullarmi in testa, molto simile all'espressione del Sergente Maggiore Hartman, quissù. Qualcosa che aveva a che fare con una Bolgia e quattro parole scritte di fretta su di un blog. Facendo qualche passo indietro nella mia mente oscura e tenebrosa, mi sono ricordato di questo "spazio interattivo" - come direbbe un mio amico che ora non ho - e ho avvertito l'impellente bisogno di tornare a posare le mie dita su di una tastiera. Così, smessi per un attimo i panni di Emilio Brentani, sono tornato da voi, popolo fantomatico che si attarda ancora sotto il dito inquisitore di Dante.
Che dire? Non voglio monopolizzare ancora l'interesse che si riverserà a fiumi su questo blog subito dopo il mio intervento, ma non posso nemmeno tentare di imbottigliare il mio smisurato ego. Vi lascio, dunque, con un piccolo brano tratto da Senilità, certo che possa piacere anche al mio co-abitatore di questo girone poco infernale.

"[...] come nella vita così anche nel'arte, egli credeva di trovarsi ancora sempre nel periodo di preparazione, riguardandosi nel suo più segreto interno come una potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività."
[Italo Svevo, Senilità]

P.s. Se avete un'istinto irrefrenabile di vilipendere la nostra bandiera, fate presto: stasera cominciano gli europei.